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GTD

Un paio d'anni fa mi sono avvicinato quasi per caso a un sistema di produttività personale chiamato Getting Things Done, in breve GTD: come altre idee e movimenti le promesse erano poco meno che rivoluzionarie (“lavorare meno per vincere lo stress e lavorare meglio”) e perciò mi ci sono avvicinato con la solita quantità di scetticismo. Nonostante questo, il metodo mi ha rapidamente attratto nelle sue spire e ora sono conquistato e cerco di utilizzarlo il più possibile per mettere ordine nella mia incasinata lista di cose da fare e perché no anche nella mia testa.

La GTD si potrebbe vedere come un sistema chiuso, onnicomprensivo, con delle regole certe da seguire. In realtà sotto la superficie si tratta di un insieme di raccomandazioni molto flessibili che possono essere adattate a diversi stili e tipi di lavoro individuali; credo anzi che la GTD debba venire coniugata secondo sensibilità personali, mantenendo però i capisaldi che ne fanno il sistema esistente. Questa è in un certo senso la sfida che viene posta a chiunque si metta a seguire e studiare la GTD, ed è il mio percorso degli ultimi due anni e mezzo; ho pensato allora di scrivere questa serie di post per sottolineare alcuni aspetti da me incontrati, senza necessariamente fare una trattazione da A a Z. Spero che possa essere di aiuto soprattutto per chi come me fa un lavoro di tipo tecnico, come consulente o freelance.

Getting Things Done è il titolo del libro che ha codificato la metodologia, ed è il condensato di anni di lavoro come consulente aziendale da parte di David Allen, il padre della GTD a volte chiamato The David nei circoli dei fan - che esistono! Proprio perché prodotto a posteriori sulla base dell'esperienza sul campo, il libro resta la più chiara e semplice introduzione alla GTD: si tratta di un libretto agile che con molta chiarezza spiega prima in un modo e poi in un altro i cardini e i dettagli della metodologia,con rari voli pindarici di tipo psicoterapeutico o simili a rivelazioni mistiche di religioni orientali o finte new age.

In effetti la mia maggiore sorpresa alla prima lettura del libro fu la mancanza quasi totale di aspetti da self-help book sostituiti da commenti molto pratici legati a un ambiente produttivo e manageriale;anche l'immagine di Mr. Allen, più simile a quella di un direttore di filiale che a qualsiasi tipo di guru californiano, sembra confermare questa solidità d'approccio. Di più, la lettura del libro aveva indicato a me, persona che già si dibatteva con medio successo per organizzare il proprio lavoro, poche idee veramente nuove ma nuovi modi di guardare con più profondità e completezza ai metodi che mi ero auto-costruito. Insomma, Allen era un geek come noi e per questo gli ho dato fiducia, e come me ha affascinato negli ultimi tempi sempre più persone, e sempre più iniziative partono dalla GTD per sviluppare discorsi e idee, una su tutte il sito 43 Folders di Merlin Mann.

Partiamo con il definire cosa la GTD non è, e in un certo modo anche gli ambiti in cui il suo uso non è così utile. GTD non è un metodo che entri nello specifico di come fare un lavoro professionale o tecnico, e non è alla pari, ad esempio, di modelli di sviluppo software come eXtreme Programming o altri: in effetti un programmatore che viva il proprio tempo lavorativo in un team con metodi Scrum o XP o al contrario in una grossa struttura di tipo CED avrà in un modo o nell'altro le proprie priorità e progetti definite altrove e non necessiterà di una disciplina personale, mentre magari il sistemista al suo fianco dovrà lottare con progetti in competizione tra loro e passi da compiere prima di poter effettivamente procedere con il proprio lavoro tecnico.

Quello che la GTD fa è di costruire un framework in cui inserire le proprie mille attività, responsabilità e progetti in modo da avere sotto controllo il magma ribollente dei diversi “cappelli” che molti di noi devono indossare nella vita professionale e non solo: idee da sviluppare, documenti da scrivere, siti da controllare, progetti che procedono a singhiozzo perché attendono risposte da colleghi, clienti, fornitori. Ecco che i candidati ideali per la GTD sono quindi i manager di medio livello (quasi sempre il soggetto degli esempi di Allen), i professionisti, i consulenti che si dividono tra progetti e clienti, insomma quella generazione digitale che sempre più trasforma il mondo del lavoro. Per loro la GTD è un sistema flessibile e di aiuto nel caos quotidiano.

Nei prossimi post cercherò quindi di andare a fondo di alcuni temi. Suggerimenti e domande sono benvenuti e lo spazio commenti è aperto!

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