Scrivere nuovi post diventa attività sempre più rara… Nel frattempo, se proprio avete tempo da perdere potete buttare un occhio al sideblog che invece si popola regolarmente, grazie alle funzionalità di Furl che mi consente di buttarci le pagine più o meno mentre le leggo.
Si può anche accedere alla lista delle mie selezioni con il suo bel feed RSS. E negli ultimi giorni ho pure cominciato ad aggiungere commentini di una-riga-una alle selezioni. Cosa si può chiedere di più?!
Provo mentre pensavo di prendere un Apple, il mio modello Garfield usa un Pera.
La settimana scorsa sono stato al concerto dei Baustelle, gruppo di cui avevo sentito parlare per la prima volta recentemente, ignoranza della quale dovrei quasi vergognarmi secondo molti fan. Il concerto era al Covo di Bologna, locale minuscolo e storico per la musica “indie”. Peccato per l’acustica, più adatta a gruppi rock che alla comprensione di testi intriganti in italiano.
In ogni caso, nella settimana successiva ho ascoltato con attenzione il disco che li sta portando al successo anche commerciale, La malavita, che fa il giro di tutte quelle potenti organizzazioni (Radio Deejay, MTV) che indie proprio non sono e che ora sembrano prendersi carico del “lancio” definitivo del gruppo. Piacevole ma non eccezionale, più pop italiano che rock, e la sensazione di un momento di svolta, che li vedrà per sempre lontani in futuro da locali piccoli e fumosi come il Covo.
Certo, La guerra è finita è immediatamente apprezzabile e godibile, sia per musica che per testo, probabilmente troppo: e il fatto che si chiuda non con un assolo di chitarra ma con un giro di archi campionati (vedi commenti) è forse meno casuale di quel che sembra. Destinati presto a un successo per un pubblico ben più ampio, direi.
Condanniamo sentitamente il tentativo di linciaggio da parte di un gruppo di cosiddetti “no global”. Come diceva Yoda, le cose non si tentano ma si fanno.
L’ultimo spettacolo, molto bello, di Lella Costa si intitola Alice, una meraviglia di paese e mi ha regalato una serata intensa qualche mese fa all’Arena del Sole di Bologna. Usa la storia dei due libri di Lewis Carroll per sviluppare ovviamente il tradizionale monologo che spazia su passioni ed attualità, ma che però entra ed esce ripetutamente dalla colonna portante delle opere non abbandonandola quasi mai: non solo per la forza del classico letterario, e perché Alice è ormai diventata un’icona della nostra cultura che si presta a molte manipolazioni, ma anche e soprattutto per delle inquietanti analogie.
Continua…L’altra sera al TG Sandro Bondi si è fatto intervistare di tre quarti mettendo in evidenza sullo sfondo una foto di Papa Benedetto XVI.
Per sentire il polso dell’Italia profonda credo valga molto di più seguire la teledipendenza di gran parte della popolazione piuttosto che dotte analisi. Meno Micromega e più Sorrisi e Canzoni TV… Ho colto quindi l’occasione della visita a casa dei genitori per sbirciare lo “speciale” del settimanale televisivo che elenca le nuove proposte della fiction nazionale per l’anno che verrà.
Si vede chiaramente come la ricetta di tonache e divise, indice di un paese che scivola inesorabilmente verso una destra legge&ordine, non cambi nemmeno nel 2006. Ed ecco di nuovo le serie dei poliziotti, preti amici dei carabinieri, i vigili del fuoco che mancavano, la Questura di Genova, altre fiction su papa Wojtyła, la DIGOS a caccia delle BR, il Risdiparma, don Di Liegro fondatore della Caritas, il buon Montalbano che sempre poliziotto è. Ma anche polpettoni in costume, Mafalda di Savoia (Stefania Rocca, che fai?) e la guerra sul Carso, a cui ogni ipotesi di verosimiglianza è tolta dalla presenza di Martina Stella.
Ma la serie più interessante è forse quella ambientata nel grande mito del fascismo italiano: la bonifica dell’Agro Pontino che avrà finalmente a celebrazione una miniserie di ben 8 (!) puntate (titolo Questa è la mia terra) apparentemente destinata alla primavera di Canale 5.