1 Ottobre 2003

Sono un tipo Mac?

Ho giocato a Which OS are you?.

You are OS X. You tend to be fashionable and clever despite being a bit transparent.  Now that you've reached some stability you're expecting greater popularity.

Bizzarro, perché non ho mai usato un Mac in vita mia… Trovato su Se me lo dicevi prima.

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7 Ottobre 2003

Il ritorno di Michael Moore

copertina È uscito, in America ed in Europa, il nuovo libro di Michael Moore, Dude, Where’s My Country? — e naturalmente il “dude” del titolo è Bush Jr. che ha rapidamente appannato anche solo il ricordo del “sogno americano”.

Per l’occasione il Guardian, giornale inglese, presenta uno speciale su Moore con intervista, commenti ed estratti dal libro. E il regista americano non si fa pregare nel mandare uno speciale messaggio di saluto a Tony Blair.

Thank you, Mr Blair. Without you, Bush would have had to invade Iraq alone. But he needed at least one major ally to make it look like it wasn’t just the Americans doing the nasty deed. The American people were against going it alone. Once you hopped on board, Bush had the cover he needed. You made that happen. You are the one who gave us the Iraq war. I hold you more responsible for this mess than little Georgie.

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10 Ottobre 2003

Nemo perso e ritrovato

Alla ricerca di Nemo, il nuovo film della Pixar che ha creato capolavori di animazione come Toy Story e Monsters, Inc. ha fatto grande successo in America ma comincia solo ora ad uscire in Europa. Oggi è la data della prima inglese, in Italia uscirà poco prima di Natale (si sa che da noi l’animazione è considerata cosa buona solo per i bambini).

La storia è quella di un pesciolino (Nemo) che si perde nell’oceano, e degli sforzi del padre per ritrovarlo. I soliti burloni su Internet hanno già preparato un finale alternativo della storia…

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11 Ottobre 2003

Woody è diventato un problema?

Gli ultimi film di Woody Allen, ed in particolare il recente Hollywood Ending sono stati decisamente deludenti, e così attendo il nuovo film Anything Else con un misto di desiderio e preoccupazione. Già il critico di BBC World ha bollato la pellicola come “poco meglio dei film precedenti”, che non è esattamente incoraggiante.

Ma in ogni caso c’è una fetta di pubblico, me compreso, che va a vedere qualsiasi film di Woody Allen per la sua firma a prescindere da ogni altro fattore, per questo sono rimasto abbastanza stupito dal trailer che ho visto sulla televisione italiana (diverso da quello già programmato intorno al Festival di Venezia) che monta esclusivamente scene con i due protagonisti, Jason Biggs e Christina Ricci. Di Woody nessuna traccia, se non nel pannello di credits finale.

Una pubblicità mirata alla componente giovanile e di commedia romantica del film, che punta a mettere in secondo piano l’atmosfera alleniana del film, come sottolinea anche Roberto Nepoti. Che uno dei più grandi registi americani sia diventato parte del problema e non parte della soluzione?

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12 Ottobre 2003

Stati canaglia

Poveri illusi, noi che si sperava che l’illegale e violento attacco alla Siria fosse l’occasione buona per far capire ad Israele che aveva passato il segno. Ma per gli Stati Uniti il limite è ancora lontano o più probabilmente non c’è. Che Israele avesse armi nucleari non è da tempo un mistero, ma ora arriva la notizia che gli americani hanno aiutato a montarle su sottomarini che possano colpire tutti i paesi “nemici” compreso l’Iran. E tanti saluti ai trattati internazionali.

Se ce ne fosse ancora dubbio, per questa amministrazione americana la stabilità nel Medio Oriente non significa nulla di diverso che la mano libera ad Israele per dominare la regione.

Una “fonte” di Washington è arrivato a sostenere che “tolleriamo le armi nucleari di Israele così come tolleriamo quelle di Francia o Gran Bretagna”. Senza commento.

Scritto alle 11:01 | nessun commento

13 Ottobre 2003

Meno 200

Mancano solamente duecento giorni al fatidico 1° maggio 2004, fatidico per Cipro perché allora scatterà l’ingresso dell’isola nell’Unione Europea, insieme a nove altri paesi.

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16 Ottobre 2003

I conti della spesa

Se ci fosse bisogno di conferme al fatto che il paese non vive un momento economico felice e i prezzi sono fuori controllo, il successo degli hard discount sarebbe un segnale ulteriore. Se di questo boom non ho visione, mi ricordo benissimo quello precedente intorno al 1992-93, gli anni della crisi e della quasi-bancarotta nazionale, il cosiddetto “crollo della Prima Repubblica”.

Non che la filosofia alla base dei discount sia disprezzabile, tutt’altro, ma quando cominciano a erodere il mercato della popolazione più riempita di pubblicità del pianeta allora vuol dire che la gente sta molto attenta a come spende.

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Dimmi quando, dimmi perché

Dopo la lettura di un approfondito profilo di Tony Renis apparso sul Corriere non mi stupisce certo che il personaggio sia amico di Berlusconi, mi avrebbe stupito molto di più il contrario. Come si sa, Tony Renis è il nuovo “direttore artistico” del Festival di Sanremo.

Scritto alle 14:28 | nessun commento

17 Ottobre 2003

Hit Parade

Uno si impegna a cercare di scrivere cose intelligenti (nei limiti del possibile…) e poi scopre dalle statistiche che il post più popolare di questo weblog è la ricetta dei tortelli di zucca copiata da un libro di cucina!

Scritto alle 09:41 | 2 commenti

A gentile richiesta

Carlo chiede di fornire un feed RSS comprendente il testo completo del post, piuttosto che solo un riassunto; io non sono molto d’accordo perché credo che i messaggi siano meglio letti sul sito che non nell’aggregatore, ma sono evidentemente in minoranza, vedi marcoS, Cesare Lamanna, biccio

feed RSS 2.0

Quindi per i desiderosi ho preparato un feed con post completi, ma in formato RSS 2.0, altra versione che non amo!

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18 Ottobre 2003

L'Europa vista da Roma

Il provincialismo della stampa e della vita politica italiana è ben noto, ma ogni tanto bisogna fare un controllo per ricordarsi di quanto i temi importanti vengano accantonati in favore del chiacchiericcio quotidiano tra politici.

Secondo giornali e telegiornali italiani la notizia rilevante che giungeva dal vertice europeo di Bruxelles dei giorni scorsi erano gli scambi di acide cortesie tra Prodi sempre imbarazzato e Berlusconi che racconta barzellette e si mostra ottimista su tutta una serie di temi.

Mi è servito un servizio di Euronews per capire qual’era la grande novità proposta da questo incontro: siccome Gerhard Schröder aveva importanti impegni in patria, ha delegato Jacques Chirac a rappresentare la Germania al tavolo del negoziato.

I due antichi nemici che ora costituiscono il cuore dell’UE fanno un altro passo simbolico verso una totale complementarità, fino al punto di cedere parte della loro sovranità in un’occasione pubblica. Un segno fortemente significativo nel percorso dell’integrazione europea, ma che per la stampa italiana non merita nemmeno un titolo.

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19 Ottobre 2003

Poteva andare peggio

Non bastava la rincorsa al calendario da parte di signorine televisive di varia estrazione ed età, dopo il successo delle “Calendar Girls” ora è diventato di moda anche per gruppi vari di amici, specialmente se di mezza età, esibirsi in pose “al naturale”.

Anche nella cittadina cipriota di Paphos un gruppo di expat cinquantenni e sessantenni ha pensato di fare il loro calendario in pose adamitiche, senz’altro favoriti dal torrido clima estivo dell’isola. Non è un gran spettacolo in ogni caso, ma poteva andare peggio: il nostro commercialista non c’è, almeno.

Scritto alle 13:01 | nessun commento

24 ore da Rambo

Approda sulla televisione in chiaro italiana (era stato trasmesso via satellite) 24, una serie americana di grandissimo successo che deve il suo nome al formato, si tratta infatti di 24 episodi da un’ora ciascuno che mettono in scena “in tempo reale” la complicata giornata di un’agente dell’antiterrorismo di Los Angeles, interpretato da Kiefer Sutherland.

Ho visto la serie in condizioni del tutto particolari, in DVD a noleggio nell’arco di una settimana col risultato di vedere due o tre episodi al giorno, ma certo la visione ravvicinata ha messo in evidenza i buchi clamorosi nella sceneggiatura e l’assoluta implausibilità di tutti i personaggi, dal protagonista “eroico” ma in realtà psicotico, a una lunga lista di personaggi femminili al limite della demenza.

In pratica il protagonista è il direttore di questa unità anti-terrorismo a Los Angeles dopo essere stato un’agente della CIA, ma c’è ben poco che “dirige”, perché appena possibile prende azioni personali, col rischio di mettere a repentaglio la vita dei suoi agenti o di quelli di altre agenzie e forze di polizia. Peraltro la stessa (immaginaria) centrale anti-terrorismo è un covo di vipere dove gran parte del tempo viene passato in giochi di potere o veri e propri agguati contro i colleghi.

Continua…
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Almeno siamo tra amici

Alberto Zaccheroni ha vinto uno scudetto col Milan, ma quasi per caso. Romagnolo, interista, di sinistra e con una certa faccia “da perdente”, è perfetto come nuovo allenatore dell’Inter: sono abbastanza sicuro che anche con lui la squadra nerazzurra perderà, ma almeno saremo tutti contenti in una barca in cui ci si conosce…

Scritto alle 20:45 | nessun commento

22 Ottobre 2003

Quattro, anzi tre, anzi uno solo

L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione di condanna al “muro” che non solo separa ma distrugge la Cisgiordania (vedi il tracciato progettato). I voti a favore sono stati 144, i contrari 4.

In realtà, tra i quattro voti c’è anche quello di Israele, e non si poteva onestamente pensare diversamente (no, tra i 144 non c’è quello dell’ANP che ha uno status di osservatore). Dei restanti tre, due vengono da Isole Marshall e Micronesia, e con tutto il rispetto per delle nazioni indipendenti, il loro peso sulla scena mondiale non è propriamente rilevante. Ne resta uno: quello, ovviamente, degli Stati Uniti, rimasti ormai contro ogni logica il baluardo che protegge il governo di Sharon qualsiasi iniziativa esso prenda (oltre a fornire gran parte dell’arsenale bellico…) e che continua a bloccare ogni risoluzione, più vincolante, del Consiglio di Sicurezza.

Uno stato solo contro il resto del mondo che tiene in scacco la comunità internazionale che vorrebbe risolvere la crisi palestinese in maniera non ideologica.

Scritto alle 10:06 | nessun commento

24 Ottobre 2003

Il bug è nella sfera di vetro

Lavoro principalmente con prodotti software free/open-source e quindi ho avuto una volta sola a che fare, con risultati poco edificanti, con il vero “helpdesk” di una grande casa (si trattava di Oracle). In ogni caso, non ho fatica a credere alle peggiori storie di disavventure con gli helpdesk, dove peraltro vengono parcheggiati i tecnici meno competenti.

Questo pezzo, involontariamente comico, è tratto da un articolo più ampio in cui si dimostra che il supporto Microsoft non è meglio di una maga coi tarocchi quando si cerca assistenza per un problema software!

Our research began when we called Microsoft regarding a bug that we had detected when executing queries which pulled data from a Sybase Server into Microsoft Access. If we used the same Access database to query two databases on the same server, we found that all of the queries aimed at the second database that we queried were sent to the first database that we had queried. This problem existed no matter which database we queried first. Dan called Microsoft’s Technical Solutions Line, gave them $55, and was connected with an official Microsoft Access technical support person. As Dan began to explain the problem, the support person interrupted him, and told him that since it was clear that it was not just a problem with Access but with the two programs together, Microsoft would not try to help us. They did,however, have a consultant referral service with which he would be glad to connect us. Dan then asked if we could have our $55 refunded, since Microsoft was not going to try to answer to our question. The tech support person responded by forwarding Dan to the person in charge of giving refunds. The person officially in charge of giving refunds took Dan’s credit card info again, after which Dan asked about the referral service. It was too late, however - the refund folks could not reconnect Dan with the tech support guy he’d been talking with, nor could he put Dan in touch with the referral service hotline. End of Call One.

Scritto alle 16:23 | nessun commento

Esportazioni italiane

Venerdì sera passato in casa, ho visto una puntata intera de L’isola dei famosi… Nuove frontiere per il concetto stesso di “Trash”.

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25 Ottobre 2003

KStars

KStars

Ho scoperto un notevole software per Linux e altri Unix, KStars è un visualizzatore del cielo (un “desktop planetarium”) che mostra l’immagine del cielo notturno così come si presenta in qualsiasi luogo e qualsiasi orario, con tutte le opzioni possibili per la ricerca e l’identificazione di stelle, pianeti, costellazioni, eccetera. La versione in corso di realizzazione consentirà anche il controllo del telescopio.

Scritto alle 10:36 | 3 commenti

27 Ottobre 2003

Il software è un costo o un investimento?

Parte segnalazione e parte riflessione: chiunque abbia lavorato professionalmente nell’informatica in Italia ha senz’altro compreso come per la maggior parte delle aziende non tecnologiche (ma anche quelle, in realtà) il software è una scocciatura e un costo che va evitato il più possibile. La riorganizzazione dei flussi aziendali per sfruttare favorevolmente la tecnologia è un miraggio che accade, se accade, solo in aziende grandi istigato dalla mitica figura del “consulente”. In pratica, proporre soluzioni software (ovviamente costose, in tempo e/o in denaro) ti fa apparire poco meno che un ladro che vuole derubare l’azienda.

Un articolo dell’Economist cita il lavoro di Dale Jorgenson della Harvard University che da un lato sfronda alcuni miti sulla crescita americana e sulla lentezza economica della “vecchia Europa” e da un lato porta acqua al mulino di chi, come me, provava la sensazione “a pelle” descritta sopra.

Continua…
Scritto alle 16:00 | 1 commento

28 Ottobre 2003

I soldi di Mike

Una delle contraddizioni di Michael Moore è che, essendo diventato molto ricco — a sorpresa — con gli ultimi libri e col film Bowling at Columbine, beneficierà dello sconto sulle tasse promesso da Bush Jr, principalmente indirizzato agli americani più ricchi. Addirittura c’è un modulo speciale per chi deve ricevere dal fisco più di 1 milione di dollari!

Ma la contraddizione finisce qui, perché lo scrittore e regista americano ha promesso di spendere il suo tax cut in finanziamenti alla campagna elettorale anti-Bush nel 2004, facendo in un certo modo “tornare a casa” i soldi ricevuti dall’attuale amministrazione. Per far ciò è stato aperto un sito web apposito, “Spend Mike’s Tax Cut” con suggerimenti e segnalazioni sui candidati da sostenere.

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31 Ottobre 2003

La guerra è una cosa seria

Il vecchio adagio di Clemencau recitava che “la guerra è una cosa troppo seria per lasciarla fare ai generali”. Ora pare che ciò vada rovesciato, perché la guerra è sempre una cosa seria e non si può più lasciarla fare ai politici, che ci si gettano con molto più entusiasmo dei generali. La storia militare della guerra all’Iraq è in fondo la storia di forze armate recalcitranti trascinate controvoglia da politici cresciuti tra libri di testo e partite di Risiko.

Su un altro fronte, il capo del secondo esercito più forte del mondo ha commentato che la politica imposta dal governo israeliano di durezza estrema verso i Palestinesi è “controproduttiva, genera odio e rafforza le organizzazioni terroristiche” aggiungendo che i giovani palestinesti sono disperati, che “non c’è speranza né futuro per i palestinesi a Betlemme, Gerico o nella striscia di Gaza”.

Naturalmente la reazione a queste parole di buonsenso del generale Moshe Ya’alon è stata furiosa, a rimarcare quanto sia ideologico e non militare l’approccio del governo di Sharon contro i Palestinesi.

Soprattutto, Ya’alon ha detto una cosa intelligente, una cosa veramente da generale: “In our tactical decisions, we are operating contrary to our strategic interest”.

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I costi nascosti

L’attenzione del pubblico, e soprattutto dei senatori americani, si è concentrato sul costo finanziario (enorme) della guerra in Iraq o sulle perdite tra i soldati. Già questi costi stanno spaventando l’America per una guerra che non finisce, ma ce ne sono altri molto nascosti e potenzialmente incalcolabili.

brian d foy (sì, tutto minuscolo) è un bravo hacker e editore di una rivista elettronica chiamata The Perl Review, dal contenuto facilmente immaginabile. La rivista e ogni altra attività hobbystica o lavorativa sono sospese a tempo indeterminato perché brian è impegnato con l’esercito americano in quanto membro della riserva. La decisione di essere parte dell’organizzazione è comunque volontaria, e io so per certo che non lo farei; ma al tempo stesso il “contratto” verbale tra l’esercito e i suoi riservisti prevedeva tempi limitati, qualche weekend, raramente poche settimane consecutive. Ora si parla di molti mesi o di un anno completo.

Leggendo il suo diario dal fronte si capisce come ogni possibilità di lavorare, o anche solo di restare al passo con le evoluzioni della comunità di sviluppatori, siano precluse sia per le difficoltà logistiche sia per una certa propensione tutta militare a complicare le cose semplici.

In aggiunta all’anno (pare) passato via dall’America, quanto tempo impiegherà prima che possa riprendere il suo posto nel mondo del lavoro? Quante occasioni saranno passate nel frattempo? Mi chiedo quanti siano i riservisti americani in questa condizione, e quale sia il vero costo di questo sradicamento di persone altrimenti produttive.

Aggiornamento, 1° novembre: Non solo, secondo un articolo di Zucconi questi riservisti guadagnano pure una miseria senza garanzia di avere conservato il posto di lavoro!

“Lacrime e bandierine, ma mogli o mariti protestano quando scoprono che il loro “tour of duty”, il servizio in Iraq sarà di un anno. Un anno con soltanto la paga del soldato - 16 mila dollari all’anno per un soldato scelto, 25 mila per un tenente che i datori di lavoro non sono obbligati a integrare significa, per molte famiglie, miseria.”

Scritto alle 17:15 | nessun commento