Se sono tutti come oggi, 180 giorni di presidenza italiana dell’Unione Europea non sono sopportabili.
È vero, la cosa più importante è che George “W.” Bush non venga ri-eletto o, per essere più precisi, eletto. Qualsiasi candidato democratico sarà meglio della deriva neo-conservatrice e bellicista impressa alla iperpotenza mondiale. La campagna elettorale per il 2004 è già iniziata, con il presidente che ingrassa il suo portafoglio elettorale, e gli sfidanti che cercano di capire dove tirerà il vento.
Per quel che mi riguarda, cercherò di leggere, capire, guardare dietro le troppe bandiere a stelle e strisce. WatchBlog è un interessante blog “a tre colonne”, una per i democratici, una per i repubblicani, una per gli “altri”. Da qui a novembre 2004 l’atmosfera si scalderà non poco.
È cosa nota che tra le tante cose buone che abbondano in Italia non c’è la pratica delle dimissioni, che avvengono solo in casi limite (o ben oltre il limite) e molto spesso sono solo la maschera per un solenne calcio nel fondoschiena deciso altrove.
Se ci fosse bisogno di prova scientifica, gli ultimi giorni ci hanno regalato un campionario di dimissioni mancate: il presidente della FIGC Carraro viene ripetutamente smentito dalla magistratura sul cosiddetto “caso Catania” e a tutt’oggi non si sa se la Serie B 2002-2003 sarà a 20, 21, 24 o 42 squadre; il presidente della Regione Sicilia Cuffaro viene interrogato per ore con l’accusa di vicinanza alla mafia, ma precisa che la sua idea di dimettersi era solo dovuta ad “un momento di debolezza”; il ministro Tremonti perde il suo status di “superministro dell’Economia” e viene di fatto messo sotto la tutela del famoso economista Gianfranco Fini - non si sa nulla di dimissioni perché sono mesi che Tremonti non si fa praticamente vedere in pubblico!
E, last but not least, chi è così immaginifico da pensare che Silvio Berlusconi possa offrire le proprie dimissioni per avere combinato un pasticcio, peggiorato le cose, chiesto scusa, ritrattato le scuse, ed essere pronto ad andare avanti così? Nessuno, ovviamente.
A parte che con la nuova leggina non appena si dimette si ritroverebbe i magistrati alla porta di casa: meglio non correre nemmeno il rischio…
Enzo Costa su l’Unità sostiene che non ci sarebbe stata crisi nella maggioranza se solo Bruno Vespa non fosse stato in ferie e avesse potuto spalmare il suo magico unguento televisivo. Siamo messi così male in Italia che sono tentato di dargli ragione.
Una notizia che chissà perché mi ha quasi commosso: migliaia di anatre di gomma, perse da un cargo cinese nel 1992 nell’oceano Pacifico, sono state sballottate per un decennio dalle correnti di tre oceani e stanno ora per raggiungere la costa americana del New England.
Il caso dell‘“uranio nigerino” non si sgonfia, anche perché pur non essendo realmente centrale nel computo delle ragioni che hanno portato alla guerra, certo mette a nudo la spudorata capacità di menzogna dei governi della “coalizione”. Le armi di distruzione di massa erano una scusa per fare la guerra, e così il loro mancato ritrovamento sarà la scusa per farla pagare a chi quella guerra ha voluto.
D’altronde, se sono coinvolti i servizi italiani, non può essere una cosa seria.
Paul Reynolds della BBC riassume i nove punti citati nei “dossier” pre-guerra come capisaldi delle accuse al regime iracheno, dei quali nessuno è stato finora confermato ed alcuni, come quello dell’uranio, sbeffeggiati.
Aggiornamento: 16 luglio: il “dossier uranio” sembra sempre più uscire da una commedia all’italiana degli anni ‘60…
Il meglio di Cuba se ne è andato: Compay Segundo è morto a 95 anni a L’Avana dopo aver cantato sempre i piaceri della vita.
Il peggio di Cuba: nella base militare di Guantanamo Bay, alla punta estrema dell’isola, i prigionieri del governo americano vengono trattati come bestie come racconta un reportage de La Repubblica (prima e seconda parte). Cominceranno presto i processi-farsa senza possibilità di vera difesa, e in un nuovo minimo storico per il governo Blair, i britannici rinunciano a chiedere giustizia per due loro cittadini imprigionati.
Clare Short, il ministro britannico che ha prima minacciato e poi congelato le proprie dimissioni a causa della guerra voluta da Blair, salvo poi dimettersi sul serio quando non era più importante, ha ormai una credibilità politica pari a quella, che so, di Maroni.
Ma in questo momento a lei dobbiamo esere grati per una lucida analisi sui guasti che ha provocato, alla coalizione angloamericana stessa, la mancanza di fiducia nelle Nazioni Unite e nel processo della legalità internazionale.
And thus we come full circle. The law, the UN and the international community were pushed to one side. Four months later, after much destruction, suffering and loss of life, Washington is considering a return to the security council in order to strengthen the UN role and widen international engagement. If [prime minister Tony Blair] had only had more courage, reconstruction in Iraq would almost certainly be more advanced and the US and UK at less risk of getting bogged down in an unpopular and costly occupation.
Per festeggiare il duecentesimo post, una vignetta di Dilbert che riassume un sano approccio al mantenere un proprio blog!