1 Aprile 2005

Per cosa si vota?

La campagna elettorale quindi finisce con qualche ora d’anticipo viste le condizioni del Papa e l’attesa per le inevitabili notizie. Ma la campagna elettorale per cosa? Ufficialmente ci sono le elezioni regionali, e quindi immagino che a seconda della regione si senta di più o di meno la competizione, di sicuro qui in Emilia-Romagna la campagna elettorale è stata sottozero tanto scontato è il risultato, almeno per quel che riguarda l’elezione del cosiddetto “governatore”.

Tutto quello che arriva è solo l’eco del chiacchiericcio romano tra politici che non sono candidati e che hanno riportato l’attenzione ai temi nazionali. In pratica, assistiamo alle prove generali delle elezioni del 2006, anzi le “prove di qualificazione” come in un Gran Premio di Formula 1. Da lunedì pomeriggio parte quindi un anno di campagna elettorale violentissima, ci sarà modo di parlarne passato questo fine settimana.

L’obbligatoria dichiarazione di voto : naturalmente Vasco Errani come presidente dell’Emilia-Romagna, e Uniti nell’Ulivo per la lista provinciale.

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3 Aprile 2005

Il mito del buon pastore

Esco brevemente dal mio auto-imposto silenzio sulla morte di Karol Wojtyła per segnalare il necrologio del Guardian, quattro spanne sopra la melassa di un solo gusto che ci viene propinata a reti unificate negli ultimi giorni. Come dovrebbero fare i giornalisti, si sofferma sulle luci e ombre, e specialmente le ombre, di un lunghissimo regno che passerà probabilmente alla storia come una riuscita reazione alle aperture del Concilio Vaticano II.

In estrema sintesi i punti più dolenti li aveva sottolineati il 26 marzo sul Corriere della Sera un critico articolo del rispettato teologo “dissidente” Hans Küng, ma c’è anche la lezione di un giornalismo non inginocchiato, che ricorda e cerca di trarre un senso che dalla cronaca si trasforma in storia. Il lungo necrologio, mantenuto con diligenza nel corso degli anni come da tradizione britannica, è stato scritto da Peter Hebblethwaite fino alla sua morte nel 1994, per poi venire via via aggiornato dalla moglie e da Peter Stanford: il lavoro fatto non viene mai perso, unica soluzione al sensazionalismo che si concentra sulle immagini degli ultimi quindici giorni.

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6 Aprile 2005

Bondi ad interim

Dei risultati delle elezioni regionali ne parleremo per un po’. La prima annotazione da fare è che Berlusconi ha dichiarato che ricomincerà ad occuparsi di Forza Italia (secondo la sua dichiarazione, non l’ha fatto dal 2001) e quindi a fare il leader di partito così come ha fatto apparendo a sorpresa in televisione.

In pratica, prenderà l’interim di Bondi.

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7 Aprile 2005

Il genio e la bottiglia

Fini e Follini hanno chiesto le elezioni anticipate a Berlusconi, a giugno. Berlusconi ha detto no secco.

La storia parlamentare italiana però ci dice che una volta che il genio esce dalla bottiglia è molto difficile rimetterlo dentro. Vedremo.

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Been There, Done That

Tra le tante voci che accompagnano la “resa dei conti” a destra mi ha colpito questa splendida dichiarazioni di Bruno Tabacci, uno che Berlusconi proprio non l’ha mai potuto sopportare:

intervistato da Repubblica Radio, la mette giù così: “Quando c’è un gruppo dirigente, c’è chi si occupa del governo e chi della guida della coalizione: l’idea che uno possa fare entrambe le cose non ci ha portato fortuna già ai tempi di De Mita”.

È favoloso il riferimento a De Mita, in poche parole mette in prospettiva anni di “nuovismo” e di politici appena arrivati, segnalando come certi processi politici ci siano sempre stati e (forse) ci saranno sempre. Si capisce il suo sguardo a volte altero, raramente sorpreso: De Mita è venuto e andato, Berlusconi è venuto e senz’altro, probabilmente presto, se ne andrà.

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8 Aprile 2005

Fare tardi fa male alla salute

C’è una città in cui da ieri sera non si può più bere alcolici in strada, ovvero anche al di fuori di un bar; ronde di vigili (si parla di sei pattuglie tra mezzanotte e le due) sono state dislocate per girare e fare multe, “guerra agli schiamazzi”, sanzionare chi beve birra in strada; a mezzanotte dev’essere sospeso il servizio ai tavoli all’aperto, e in ogni caso si prospetta un giro di vite su tutte le strutture al di fuori delle mura vere e proprie dei locali.

Questa città non è una cittadina americana dal sindaco repubblicano, né la Treviso dello “sceriffo” Gentilini. Si tratta di Bologna, una città che a ragione nel XX secolo era considerata una delle capitali del “vivere bene” e soprattutto del vivere notturno, e che ora si sta invece incamminando pericolosamente su una strada di rifiuto.

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11 Aprile 2005

Se ne fa un altro

Chiusa la storia terrena di un Papa che è ora chiamato il Grande e il Santo e che più probabilmente verrà ricordato come il Polacco, l’attenzione dei media si sta rapidamente spostando al primo Conclave in mondovisione. Siccome a fare i pronostici e le liste dei papabili si cimentano già in troppi, puntiamo su un aspetto molto più ludico: quale sarà il nome che sceglierà l’eletto? Continuerà la lista dei Giovanni Paolo (improbabile), sceglierà un nome classico da Papa come Pio oppure andrà per una sorpresa?

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17 Aprile 2005

La previsione

Scritta l’8 aprile e forse profetica la “soluzione rivolta alleati” alla crisi del berlusconismo secondo Stefano Benni.

Follini, Fini, Storace, persino Vito e Schifani, si ribellano. Chiedono un rimpasto. La Lega minaccia le dimissioni di tutti i suoi ministri e lo sciopero della fame di Borghezio. Volano insulti, accuse, cachinni e grida di libertà. Alla fine si trova una soluzione nuova e riformista per tutti. Castelli e Lunardi si scambiano il Ministero, e si fanno centosedici nuovi sottosegretari. Come segno di ritrovata autonomia, sarà permesso d’ora in avanti agli onorevoli di portare scarpe coi tacchi anche in presenza del leader.

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La minaccia

Il Cav. Banana l’altro giorno: “Temo che non vi libererete troppo facilmente di me…” Tranquillo che non abbiamo mai avuto questa speranza, e col passare dei giorni è sempre di più una ipotesi improbabile. Berlusconi infatti tenta di sottrarsi alle prassi repubblicane nonostante le dimissioni (stranamente finora conservate) dei ministri dell’UDC e così aggiunge un ulteriore punto di grottesco a questa crisi che in pratica va avanti dal giugno 2003 quando AN chiese una “fase due” dell’esecutivo — richiesta irrisolta tra “verifiche” e mini-rimpasti.

Al tempo stesso, dare per spacciato Berlusconi è sempre esercizio rischioso (io stesso ne avevo immaginato le dimissioni a gennaio 2004 sbagliandomi di grosso) anche perché la tenuta dei propositi bellicosi da parte di AN e UDC dura sempre poco, e poi perché il Cav. Banana farebbe di tutto per non perdere l’immagine del governo di legislatura (ammesso e non concesso che sia una buona idea…) Questa crisi avrà ancora molte pagine da scrivere.

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18 Aprile 2005

Extra Omnes

I 115 vestiti di rosso e di porpora di cui la stampa non ha smesso di parlare per giorni sono finalmente “rinchiusi” nella Cappella Sistina e le infinite speculazioni paradossalmente si acquietano per un attimo, in quello che è il primo conclave del mondo mediatico e globalizzato.

Le analisi si sono sprecate, tra futuri papi “di transizione”, “curiali” piuttosto che “terzomondisti”; io continuo a pensare che dopo un regno fuori dal comune e molto lungo la Chiesa Cattolica cercherà un pontefice che raccolga l’eredità di Giovanni Paolo II, riordini la Curia e prepari in breve tempo il campo per un papa proveniente dal sud del mondo.

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20 Aprile 2005

Come dicevano i Rolling Stones

“You can’t always get what you want”

“Sono sereno”. Cosi’ Silvio Berlusconi spiega ai giornalisti il suo stato d’animo. Presidente, ma le dispiace non aver completato la legislatura? “Non si puo’ sempre ottenere tutto quello che si vuole”, risponde invece il premier ad un’altra domanda dei giornalisti.

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21 Aprile 2005

Gli omini verdi

Surreale titolo su La Padania di oggi: “Improvvise e inspiegabili dimissioni di Berlusconi”, come se per gran parte degli italiani non fosse chiarissimo il motivo (e il tempo).

Abbiamo sempre pensato che i leghisti vivessero solo tra Brescia e Varese, ma probabilmente ci siamo sbagliati e in realtà vivono su Marte…

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25 Aprile 2005

Sessanta di questi giorni

Odio gli indifferenti, perché mi dà noia il loro piagnisteo di eterni innocenti. Domando conto ad ognuno di essi come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ga fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime…

Vivo. Sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.

Antonio Gramsci, Scritti giovanili

Un grazie all’opportuno Appunti partigiani dei Modena City Ramblers.

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