2 Marzo 2003

Tradizioni americane

“È come se ogni presidente degli USA debba avere almeno una guerra, o meglio ancora due. È una specie di tradizione.”

Mikhail Sergeevich Gorbaciov

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3 Marzo 2003

Diplomatico americano sbatte la porta

Un diplomatico di carriera americano di stanza ad Atene, John Brady Kiesling, si è dimesso considerando impossibile il lavoro sotto l’Amministrazione Bush, e ha scritto questa lettera al Segretario di Stato Colin Powell:

Until this Administration it had been possible to believe that by upholding the policies of my president I was also upholding the interests of the American people and the world. I believe it no longer.

The policies we are now asked to advance are incompatible not only with American values but also with American interests. Our fervent pursuit of war with Iraq is driving us to squander the international legitimacy that has been America’s most potent weapon of both offense and defense since the days of Woodrow Wilson. We have begun to dismantle the largest and most effective web of international relationships the world has ever known. Our current course will bring instability and danger, not security.

Grazie al grande Randal L. Schwartz per la segnalazione.

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Difficile far finta di non vederle

Italieni segnala un articolo di die tageszeitung (in tedesco) intitolato “Da tutti i balconi”. Oltre a raccontare l’esplosione di bandiere arcobaleno alle finestre italiane, annuncia che un gruppo tedesco intende diffonderle anche a Brema durante la prossima visita di Berlusconi.

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5 Marzo 2003

Le Ceneri

Oggi, digiuno. E invece che a Yorgos Takeaway mando i soldi ad Emergency.

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8 Marzo 2003

Vecchi amici, nuovi nemici

Donald Rumsfeld Shaking Hands with Saddam Hussein

Mr. Rumsfeld, forse quando lei parla delle armi di Saddam dovremmo darle più ascolto. Se non lo sa lei, vecchio amico degli Iracheni, chi può saperlo?

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11 Marzo 2003

Un paese in guerra

Non sono solo le deprimenti dichiarazioni del ministro Martino a dare l’idea dell’Italia come di un paese ormai in guerra “perché è nostro dovere stare con gli Americani”, ma anche le tattiche che devono usare per consentire il loro “lavoro”:

A rallentare l’afflusso dei pacifisti verso il porto è stato il blocco degli accessi stradali con presidi di polizia e la chiusura della statale Aurelia in entrambe le direzioni tra Tombolo (Pisa) a Stagno (Livorno), iniziata intorno alle 21:30 e conclusa alle 23.

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14 Marzo 2003

Dio perdoni l'America

Ci sono ancora americani che non si vergognano di tirare qualche colpo ben assestato al loro “leader”.

The disasters that have afflicted American foreign policy in the last weeks should raise once again the question raised during the campaign three years ago: Is George W. Bush intelligent enough to be president of the United States? By a margin of a half million votes, the American people decided he was not. By a margin of one vote, the U.S. Supreme Court decided that he was.

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16 Marzo 2003

Tutte le notizie del mondo

Con i tamburi di guerra che ormai non sembrano dare speranza, mi sono ritrovato ad essere un vero e proprio drogato da notizie sempre più aggiornate. Mi trovo a leggere regolarmente la Repubblica, BBC News e CNN.com International.

Ma la grande novità dei miei ultimi giorni è l’uso sempre più massiccio di Google News, aggiornato instantaneamente e con link a decine di siti web di giornali e notizie. Forse troppi link, bisognerebbe poi vedere quante di queste fonti valgano veramente la pena…

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17 Marzo 2003

La 1441 non autorizza l'uso della forza

Dopo il ridicolo “vertice delle Azzorre”, la strategia di americani ed alleati è quella di sostenere che non serve una risoluzione sull’uso della forza in Iraq, perché questa possibilità è prevista nella risoluzione precedente, la famosa 1441.

Sul Guardian, Keir Starmer, avvocato esperto di diritto internazionale, spiega in modo pedante ma chiaro la situazione legale in cui si è andato a infilare il governo britannico.

Simply to argue that the interpretation of resolution 1441 accepted by all the other security council members except the US and the UK should be abandoned in favour of military action won’t convince anybody. Flawed advice does not make the unlawful use of force lawful.

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18 Marzo 2003

Le ragioni del no alla guerra

Robin Cook si è dimesso ieri da “Leader of the Commons” (sorta di Ministro britannico per i rapporti con il Parlamento) in polemica con Blair sulla guerra. Cook era Ministro degli Esteri prima di essere accantonato in favore del super-falco Jack Straw.

Ha pronunciato un discorso perfetto, nobile e lucido che ha toccato tutti i punti del perché la guerra non è, in questo momento, giustificata. Ho avuto la fortuna di seguirlo in diretta su BBC World ed ero virtualmente parte della “standing ovation” donatagli da buona parte dei backbenchers laburisti.

Over the past decade that strategy [of containment] destroyed more weapons than in the Gulf war, dismantled Iraq’s nuclear weapons programme and halted Saddam’s medium and long-range missiles programmes.

Iraq’s military strength is now less than half its size than at the time of the last Gulf war.

Ironically, it is only because Iraq’s military forces are so weak that we can even contemplate its invasion. Some advocates of conflict claim that Saddam’s forces are so weak, so demoralised and so badly equipped that the war will be over in a few days.

We cannot base our military strategy on the assumption that Saddam is weak and at the same time justify pre-emptive action on the claim that he is a threat.

I have heard it said that Iraq has had not months but 12 years in which to complete disarmament, and that our patience is exhausted.

Yet it is more than 30 years since resolution 242 called on Israel to withdraw from the occupied territories.

We do not express the same impatience with the persistent refusal of Israel to comply.

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19 Marzo 2003

Il ritorno di Uncle Duke

E Uncle Duke ritorna in azione…

Doonesbury, 19 marzo 2003

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Luci di pace

Un’amica mi manda questa iniziativa:

Stasera dalle 22 alle 24 accendere tutte le luci esterne. Il satellite filmerà questa iniziativa per la pace.

Aggiornamento: è una bufala. Ops — ogni tanto ci casco anch’io.

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26 Marzo 2003

Ubu Bas e la televisione indipendente

“Ubu Bas va alla guerra” è uno spettacolo di Dario Fo, Franca Rame e Jacopo
Fo che andrà in onda su un network sperimentale di televisioni locali e via satellite giovedì 27 alle 20:30 italiane.

Oltre al valore dello spettacolo in sé, è interessante il progetto di televisione alternativa all’oligopolio dell’informazione e dell’accesso al mezzo televisivo. Come dice giustamente Franca Rame “la tv monopolista non è negativa solo per i suoi contenuti ma anche perché non è in grado di stimolare nuovi talenti, è chiusa in un sistema di caste che non lasciano spazio a proposte originali e nuove.”.

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27 Marzo 2003

Foto come racconto

Foto di Alessandro Gandolfi dalla Polinesia Francese

Il mio amico Alessandro Gandolfi ha completato un altro dei suoi foto-reportage, questa volta dalla Polinesia Francese.

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La vecchia Europa fornisce l'informazione

All’interno di un articolo interessante (grazie, Alberto), una considerazione ancora più interessante.

One benefit of the global electronic village is that Americans who don’t fully trust their own media can check reports from overseas. In January, according to Wired News, half the 1.3 million visitors to the Web site for Britain’s Guardian and Observer newspapers were from the Americas.

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Bombardate quel sito!

www.superbush.com non è un sito dedicato al commander-in-chief americano ma invece a “signorine pelosette”…

“Hot and hairy, these hirsute harlots have never even seen a razor!”

“It’s a jungle down there!”

Con l’aria che tira, fossi in loro restituirei il dominio, o mi costruirei un bel bunker.

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28 Marzo 2003

Il nuovo dinaro iracheno

Central Bank of Iraq Releases New Post War Dinar Currency Design

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30 Marzo 2003

Le ragioni della guerra

Geniale Jay Leno: “L’hanno chiamata Operation Iraqi Freedom. Stavano per chiamarla Operation Iraqi Liberty ma si sono accorti che le iniziali erano O.I.L.

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Le radici della differenza con l'America

Will Hutton in un articolo sull’Observer (edizione domenicale del Guardian) parte analizzando le difficoltà della politica di Tony Blair legatosi ai conservatori americani, ma prosegue con una lucida e sintetica storia della loro egemonia politica all’inizio di questo XXI secolo.

American conservatism, an eccentric creed even within the pantheon of the western conservative tradition, now rules supreme. Domestically it offers disproportionately aggressive tax cuts for the rich and for business, reforms that shrink America’s already threadbare social contract and a carte blanche for the increasingly feral, unaccountable character of US capitalism.

Internationally it is this philosophy that lies behind pre-emptive unilateralism and the wilful disregard of the UN. American conservatives are bravely willing to use force to advance democracy and markets worldwide - the exemplars of a civilisation the rest of the world must want to copy. No other legitimacy is needed, the reason for the wrong-headed self-confidence that could launch war in Iraq expecting so little resistance. Rumsfeld’s exploded strategy is ideological in its roots. This conservatism is a witches brew - a menace to the USA and the world alike.

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Weblog di guerra

John Naughton cita come i weblog siano importanti per ascoltare voci dissenzienti da quelle dei media “ufficiali”.

Più interessanti ancora le note a pié pagina con una lista di link a discussioni e risorse sui “blog di guerra”.

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Dialogo di un pacifista e un guerrafondaio

Notevole: “A Warmonger Explains War to a Peacenik”.

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31 Marzo 2003

Programmatori prossimi venturi

All’interno di un articolo che parla di varie cose, Mark Pilgrim fa un’affermazione che mi sento di condividere.

In the future, there will be so much open source software available, programmers will be judged by how much they know about it and how well they can glue it together to build solutions.

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